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Le moto del film Easy Rider

Easy Rider è un film del 1969 diretto e interpretato da Dennis Hopper; con Peter Fonda e Jack Nicholson; che narra il viaggio attraverso gli Stati Uniti d'America da Los Angeles alla Louisiana di due motociclisti sui loro chopper, in totale libertà.

Considerato da molti critici il film simbolo della ha guadagnato due nomination all'Oscar come miglior sceneggiatura e miglior attore non protagonista (Jack Nicholson). 

Film molto importante, si inserisce nel contesto culturale del sessantotto, cultura di controtendenza e voglia di evasione - libertà da una piatta società medio-borghese. Il tema del viaggio percorre e traccia le linee generali del film: da molti critici è infatti considerato il road movie per eccellenza ed è indubbiamente il film su due ruote più celebre in assoluto.

Il film esprime chiaramente la cultura del mondo hippie di fine anni sessanta: i protagonisti sono malvisti dalla gente comune per il loro aspetto, il loro modo di vestire, di vivere e di comportarsi, pur essendo persone non violente che vanno per la loro strada senza creare fastidi. 

Importante anche la colonna sonora, composta da canzoni rock del periodo fine anni sessanta (soprattutto la celeberrima Born to Be Wild degli Steppenwolf), diventata un disco di grande successo che si tramanda tra le generazioni. Molti dei brani della colonna sonora sono stati raccolti nell'album dei The Byrds Ballad of Easy Rider.

Le moto protagoniste di Easy Rider sono il chopper ‘Captain America’ e il bobber ‘Billy Bike’. Furono costruiti due esemplari per ogni modello sulla base di Harley-Davidson Hydra Glide del ‘49, ‘50 e ’52, appartenute alla polizia americana e acquistate per 500 dollari a una loro asta. I costruttori furono i customizer afroamericani Cliff Vaughs e Ben Hardy.

Le moto erano equipaggiate con motore Panhead (prodotto dall’Harley Davidson dal ’48 al ’65), l’unica parte che rimase originale. Fu eliminato tutto quello che era ritenuto superfluo, il telaio modificato e ogni altra parte costruita su misura. Il progetto originale delle due moto riprendeva lo stile già diffuso nell’ambiente custom californiano ed era di Fonda il quale volle affidarlo ad Hardy, conosciuto durante le riprese del film "I selvaggi" del ‘66 di cui Fonda era uno degli interpreti.

Dei due esemplari realizzati quello meno utilizzato da Fonda fu bruciato nel finale del film (in questa scena la moto era guidata da Tex Hall), dopo che le altre moto erano state rubate, smontate e vendute a pezzi da chi certo non prevedeva quale sarebbe divenuto il loro valore. L’esemplare di ‘Captain America’ bruciato fu poi ricostruito da Haggerty il quale, nel 2001, lo vendette a John Parham, presidente del National Motorcycle Museum di Anamosa, Iowa.

In questo museo è stato esposto fino al 2013, anno in cui venne rivenduto al collezionista californiano Michael Eisenberg, che a sua volta lo mise all’asta nell’ottobre 2014 completo di documenti di autenticazione e di una lettera di Fonda. La moto fu venduta per 1,35 milioni dollari. Nel corso del tempo ‘Captain America’ ha influenzato l’intera industria motociclistica americana ed è diventato così famoso da essere replicato innumerevoli volte.

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